Dieta Mediterranea, dagli USA arriva un riconoscimento

La dieta mediterranea aumenta la longevità e aiuta a prevenire le malattie croniche non trasmissibili. Dagli Stati Uniti è arrivato un ulteriore riconoscimento sui benefici che la dieta mediterranea assicura ai consumatori. Lo rende noto Confagricoltura, sulla base della classifica stilata dalla Us News and World Report, l’autorità a livello mondiale nella consulenza ai consumatori che si avvale dei pareri resi da un gruppo di esperti sanitari indipendenti. Gli esperti hanno esaminato 41 regimi alimentari, fra i quali rientra anche la dieta mediterranea.

Un modello alimentare con valenza nutrizionale, sociale e culturale

Il 16 novembre 2010 la dieta mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco come Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità, poiché rappresenta un vero e proprio modello alimentare salubre, con valenza nutrizionale, sociale e culturale. Ma il valore della dieta mediterranea è entrato in gioco anche nella edizione 2019 del Bloomberg Healthiest Country Index, che analizza 169 economie sulla base dei fattori che contribuiscono alla salute generale dei loro abitanti, e in cui l’Italia si è piazzata al secondo posto.

L’indice Bloomberg giudica le nazioni sulla base di variabili come le aspettative di vita e su fattori di rischio, come fumo e obesità. Inoltre, secondo uno studio dell’università di Navarra (Spagna), “la dieta mediterranea, integrata da olio extravergine di oliva e noci, provoca meno disturbi cardiovascolari di una dieta a bassi contenuti di grassi”, riporta OnuItalia.com.

Confagricoltura: un riconoscimento anche per il Made in Italy

“Questo ennesimo riconoscimento giunto dagli Stati Uniti – dichiara il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – conferma l’assoluta mancanza di fondamento delle indicazioni di nocività dei prodotti destinati all’alimentazione basate sul contenuto di grassi, zucchero e sale. Mi riferisco – prosegue Giansanti – ai sistemi di etichettatura cosiddetti a ‘semaforo’ e ‘nutriscore’ in vigore in alcuni Stati membri dell’Unione europea. Senza dimenticare che nei mesi scorsi in seno all’Onu si è discusso, per fortuna senza esito, sul varo di politiche fiscali per dissuadere dal consumo di cibi insalubri, tra quali sarebbero rientrate alcune eccellenze del Made in Italy agroalimentare”.

“I consumatori in tutto il mondo apprezzano sempre di più i nostri prodotti”

“Resta comunque che il fatto che i consumatori in tutto il mondo continuano ad apprezzare in misura crescente i nostri prodotti”, aggiunge il presidente di Confagricoltura. Tanto che alla fine dello scorso anno l’export del settore agroalimentare italiano ha superato i 41 miliardi di euro. Una cifra in crescita rispetto ai livelli del 2017, nonostante il contesto di contrazione della dinamica relativa agli scambi commerciali su scala mondiale, riferisce Askanews.