Per il caffè è un momento da Re

Momento molto positivo per il settore caffè. Additato in passato come vizio e bevanda eccitante che rende nervosi e dipendenti, il caffè vive nell’era 2.0 di nuova linfa, anche perché raccontato in modo diverso, positivo. Forse la penuria di riscontri scientifici sulla caffeina, di cui non si conoscevano gli effetti di breve e lungo periodo, e l’abbraccio mortale con la sigaretta – l’associazione caffè/sigaretta per la verità ancora oggi è dura a morire – erano fattori che contribuivano ad alimentare falsi miti e un’immagine non proprio salutare della bevanda. Tutto ciò oggi sembra solo un vecchio ricordo. Non passa mese in cui non venga pubblicato un importante, autorevole studio scientifico sul caffè, con tanto di ‘certificato di garanzia’ sui benefici per la salute.

Resiste la generica raccomandazione a non abusarne, a berne tre tazzine al giorno, per il resto il caffè risulta essere un toccasana capace di contrastare uno spettro ampio di guai fisici: dalla disfunzione erettile, ai problemi cardiocircolatori, al colesterolo, fino alla lotta ad alcuni lievi stati depressivi, per merito della sua proverbiale energia. E al racconto del caffè narrato dalla pubblicità televisiva, che lo ha sempre associato a concetti di familiarità, festa, energia e più recentemente, di fascino glamour, si aggiungono tantissime storie sul web che connettono la bevanda alla tradizione italiana della modernità, al piacere dell’incontro e della socialità e alla degustazione multisensoriale, quasi accostandolo a un prezioso calice di vino.

Ma è studiando l’andamento del caffè porzionato in Italia, che scopriamo che in effetti è davvero prezioso nel generare nel nostro paese un fatturato pari a oltre 730 milioni di euro. Il mercato di capsule e cialde nel 2015 è cresciuto del 5,4%, trainato dal settore Hottellerie-Restaurant-Cafè (+23%), dai consumi delle famiglie (+7%) e da quelli degli uffici (+3%). Tra le aziende leader, emerge la buona performance di L’Aromatika srl, che grazie al brand Caffè Borbone ha strappato nel 2015 la seconda posizione nel settore “caffè consumato fuori casa” (al primo posto rimane Lavazza).

Davvero buoni numeri per un marchio che si sta facendo percepire come ancorato alla tradizione del caffè napoletano, evocando un’epoca storica in cui la città partenopea era tra le realtà più avanzate d’Europa. Caffè Borbone ha prodotto nel 2017 ben 336.532.291 di cialde (la cui offerta è declinata in cinque diverse miscele), 242.303.250 di capsule e 1.888.580 kg di caffè in grani, ponendosi attraverso una comunicazione che non ha paura di risultare anche tradizionale, con l’uso di televendite sulla tv nazionale e l’efficace slogan “E ti senti un Re”. Tutto ciò mentre l’e-commerce dei rivenditori di caffè, solo nel 2015, è cresciuto di oltre il 40%.