Se la bicicletta impara dall’auto

Quello delle bici in Italia è un business da oltre 6 miliardi di euro e, secondo alcune stime, l’uso della bici comporta un risparmio di costi sul sistema sanitario nazionale intorno a un miliardo di euro. Questo perché si tratta di una pratica salutista che costringe a fare movimento, attivando il sistema cardiocircolatorio e in generale il nostro organismo.  Questi e altri fattori, come la comparsa di centri storici chiusi al traffico, green way e piste ciclabili, rendono la bicicletta un mezzo di locomozione sempre più utilizzato, che sta andando incontro a fenomeni evolutivi non indifferenti, e sempre più lo farà in futuro. Sono già realtà le e-bike, che con la pedalata assistita va incontro a un pubblico amatoriale; iniziano a diffondersi le bici pieghevoli, facili da trasportare e conservare, proprio perché ingombrano meno.

Una bici che in qualche modo traccia le linee guida della bike che verrà e la Black Braid Bike, costruita in Germania già da qualche anno dall’azienda Pg-Bikes e proposta inizialmente al prezzo di 15.000 euro. Sono molte le innovazioni che Black Braid ha portato al debutto nel modo dei bikers, e se il prezzo appare un po’ troppo salato, c’è da scommettere che si raggiungeranno efficaci economie di scala e il listino si abbasserà sensibilmente nei prossimi anni. Ma quali sono queste innovazioni? Già a un primo sguardo Black Braid sembra ispirarsi alle vetture tedesche con un design minimal, senza fronzoli. Sembra, in effetti, che questa bicicletta abbia tratto ispirazione dall’industria automobilistica, almeno per quanto riguarda tre delle sue caratteristiche principali.

La prima è legata al telaio, che è interamente realizzato in fibra di carbonio. Si tratta di un materiale che dà una forte rigidità torsionale, una robustezza superiore ad altri metalli e una leggerezza senza paragoni rispetto anche all’alluminio. Con la fibra di carbonio Black Braid arriva a pesare meno di 5 chilogrammi, un grandissimo risultato che influenza in modo positivo le prestazioni e la facilità di trasporto. Seconda innovazione, è la cinghia dentata che sostituisce la tradizionale catena. Anche questa invenzione sembra provenire dal mondo dell’auto, perché la cinghia di distribuzione delle moderne vetture è quasi sempre una cinghia dentata. Montata su una bicicletta, la cinghia dentata annulla gli aspetti legati alla manutenzione e alla lubrificazione, riducendo ulteriormente il peso totale e semplificando il design. Il terzo elemento di derivazione automobilistica che vedremo nelle bici del futuro è, infine, il pneumatico anti foratura o run flat. Si tratta di una gomma rinforzata che consente di proseguire la marcia e posticipare il cambio gomma, in modo da arrivare comodamente ad un centro assistenza anche dopo la foratura. Nelle auto sul quale è montato, il pneumatico run flat può anche percorrere 90 km dopo la foratura.