I dieci trend che stanno cambiando il Non Food

L’Osservatorio Non Food 2021 di GS1 Italy ha stilato il decalogo delle tendenze e dei fenomeni di consumo per il settore No Food.
Trend che spesso rimangono confinati all’interno di un singolo comparto, ma che invece rappresentano tendenze di fondo comuni e che impattano, in modalità diverse, tutto il mondo del largo consumo non alimentare. La prima è un nuovo carrello della spesa. La minor vita sociale ha tagliato infatti molte esigenze degli italiani, facendo diminuire la spesa per prodotti come rossetti, sneaker e ferri da stiro. Al contrario, la maggior vita domestica ha spronato gli acquisti di altri prodotti (tagliacapelli, macchine per il caffè, ciabatte…), e l’home working ha imposto nuove esigenze, che hanno attutito il calo storico di comparti come cancelleria e tessile casa.

L’edutainment vola e nuovi stili di consumo affossano il lusso

In cinque anni l’edutainment è passato dal 3,2% al 4,9% di incidenza sul totale dei consumi Non Food in Italia, e oltre la metà delle vendite è realizzata online. Ma il commercio urbano centrale resta ancora il più rilevante tra le sei tipologie di agglomerazioni commerciali classificate dall’Osservatorio. Con la pandemia ha visto la riscoperta da parte degli italiani, e non solo per ragioni di comodità, ma anche perché ha saputo rispondere in modo più efficace alle nuove esigenze.  Il ritorno all’essenzialità e la riduzione degli acquisti voluttuari hanno poi penalizzato i beni di lusso. Ma sul luxury shopping ha avuto un impatto negativo anche il crollo del turismo straniero.

La distribuzione ‘alternativa’ conquista per la sua comodità

D’altronde, le misure sanitarie hanno penalizzato anche i centri commerciali e accelerato il loro processo di cambiamento. Nel post Covid-19 sarà quindi ancora più importante riposizionarsi come luoghi di ristoro ed entertainment, e non solo di shopping. Le limitazioni agli spostamenti e i timori sanitari hanno poi spinto l’e-commerce: le vendite online hanno guadagnato quota e valore in tutti i comparti del Non Food, con performance di spicco nell’elettronica di consumo e nei piccoli elettrodomestici, dove il web è diventato il primo canale di vendita. Accelera poi la crescita delle forme di distribuzione alternativa, come le vendite a domicilio o per corrispondenza, e quelle realizzate nei distributori automatici e nelle cosiddette ‘tabelle speciali’ (tabaccherie, stazioni di carburanti e farmacie).

Il ruolo degli influencer

Negozi di ottica e computer shop, mobilifici e ferramenta, garden center e autofficine sono invece alcuni negozi specializzati che stanno dimostrando di saper resistere all’evoluzione dei consumi non alimentari. E se uffici chiusi e lavoro da casa hanno penalizzato le attività commerciali nei business district, il permanere dello smart working potrebbe portare alla rivitalizzazione stabile dei centri di minori dimensioni. Ma se 88 italiani over 14 su 100 sono internauti, e amano soprattutto i social, si tratta di un trend che i retailer del Non Food hanno ben intercettato. Emblematici sono i casi dell’ottica e dei libri non scolastici, dove l’aumento delle vendite online è stato sostenuto da influencer e blogger.