Il settore della ristorazione scommette sul digitale

L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha impresso una generale accelerazione alla digitalizzazione delle imprese, un trend che trova riscontro anche nell’indagine condotta sui propri clienti italiani da Qonto, che traccia un quadro attuale del tasso di digitalizzazione tra le Pmi italiane. Lo spaccato dell’indagine relativo alle Pmi del mondo della ristorazione e dell’ospitalità, di cui il 61% microimprese con un massimo di quattro dipendenti, mette in evidenza come negli ultimi 12 mesi, il settore della ristorazione, diversamente da altri settori, non abbia conosciuto una netta accelerazione verso la digitalizzazione. Solo il 37% delle imprese di questo comparto, infatti, ammette di aver introdotto nel proprio business nuovi strumenti digitali.

L’urgenza di avviare un processo di trasformazione digitale

Nel 2020 solo il 24% delle imprese del comparto ha investito almeno il 10% di budget dedicato all’adozione e implementazione di strumenti digitali, e solo l’8% ha superato il 30%. E il 33% ha dichiarato di aver destinato meno del 5%. Eppure, sembra essere chiara ai più l’urgenza di avviare un processo di trasformazione digitale, pena la perdita di competitività (temuta dal 41% delle imprese intervistate) e di ricavi (24%), maggiori costi di gestione e operativi (20%), e addirittura la non sostenibilità del business nel medio-lungo periodo (10%). Interpellati sul perché l’impresa non investa di più in digitalizzazione, il 20% degli imprenditori ammette la mancanza di risorse economiche per farlo, anche se il 13% si dichiara convinto che tali investimenti non siano necessari alla propria attività.

In quali servizi investire?

I ristoratori che hanno attivato nuovi servizi finanziari sono il 63% del campione, e il 53% ha fatto ricorso a programmi per attività di marketing e pubblicità. Seguono l’adozione di chat e messaggistica (32%) e di piattaforme di e-commerce (32%). Sono però le imprese tra i 5 e i 10 anni di anzianità quelle che hanno vissuto più di tutte un’accelerazione verso la digitalizzazione (50%), poiché le aziende di più recente costituzione sono digital-native, e sono partite più avvantaggiate nell’affrontare l’emergenza sanitaria. Se guardiamo invece alla digital perception, si scopre che il 43% si promuove come molto digitalizzato, a fronte di una valutazione del settore, alta solo per il 33% dei ristoratori.

Per il 2021 quasi il 70% delle imprese sarà più digitalizzato

In ogni caso, per il 2021 quasi il 70% delle imprese intervistate prevede un maggior sviluppo digitale. Una percentuale che mostra come anche i più scettici, magari più lentamente, si stanno convertendo al digitale. Non solo infatti cresce di 13 punti percentuali la quota di aziende che investirà più del 10% del proprio budget in digitalizzazione (il 14% investirà addirittura più del 30%), ma cala anche la percentuale dei ristoratori che non lo farà.

Per il 2021, ancora una volta saranno i servizi legati al marketing e alla pubblicità quelli a cui verranno destinati i budget più consistenti, scelti dal 32% del campione, seguiti dai software di contabilità (21%).