Italiani popolo di risparmiatori: in banca 1.300 miliardi. Famiglie e imprese non spendono

Italiani formiche piuttosto che cicale. Una recentissima ricerca del Centro studi di Unimpresa sull’andamento delle riserve delle famiglie e delle imprese italiane rivela che gli italiani non spendono, anzi risparmiano. I salvadanai degli italiani sono cresciuti complessivamente in 12 mesi di oltre 50 miliardi con un incremento del 4%. Famiglie e aziende italiane hanno lasciato nei depositi 26 miliardi di euro in più mentre i fondi delle imprese sono lievitati a quota di 21 miliardi. “La paura di nuove tasse e timori di nuovi contraccolpi della bufera internazionale frenano i consumi e bloccano gli investimenti” ha spiegato il vicepresidente di Unimpresa Maria Concetta Cammarata.

Anche i conti correnti vedono un aumento significativo: sono passati da da 915 miliardi a 993 miliardi. Secondo lo studio, le banche hanno dunque a disposizione n tesoro che ammonta a 1.299 miliardi.

Su risparmi delle famiglie, giù le riserve delle assicurazioni

Analizzando i vari target, la ricerca evidenzia che le famiglie nel corso di un anno hanno lasciato nelle banche 26 miliardi (+3%), mentre le aziende hanno fondi cresciuti di oltre 21 miliardi (+9%) e quelle familiari hanno depositato fondi per 4 miliardi (+7%). Crescono anche i fondi delle onlus, valutabili in un miliardo in più circa (+3%). In controtendenza le le assicurazioni, che invece registrano riserve scese di 1 miliardo, pari a un -4%. “I nostri dati sono in linea con quelli diffusi dall’Istat relativi al commercio al dettaglio, in calo nell’ultimo anno” ha aggiunto il vicepresidente di Unimpresa.

Chi sale e chi scende

Quanto all’analisi per strumento, spiega un nota di Unimpresa, i conti correnti registrano una variazione positiva di 78,7 miliardi (+8,60%), cresciuti da 915,1 miliardi a 993,8 miliardi. Variazione negativa per i pronti contro termine di 42,4 miliardi (-24,41%) da 173,8 miliardi a 131,4 miliardi, mentre e i depositi in conto corrente sono saliti di 227 milioni (+3,28%) da 6,9 miliardi a 7,1 miliardi; in calo i depositi rimborsabili con preavviso di 5,9 miliardi (-5,99%) da 301,6 miliardi a 295,6 miliardi.

I depositi con durata prestabilita manifestano invece due diverse situazioni, entrambe però negative:  quelli con scadenza fino a 2 anni si sono abbassati di 20,8 miliardi (-21,02%) da 99,01 miliardi a 78,1 miliardi; i depositi con scadenza oltre i due anni sono scesi di 1,7 miliardi (-1,28%) da 140,1 miliardi a 138,3 miliardi.

Le famiglie non spendono e le aziende non investono

Numeri da leggere in positivo? No, purtroppo. Come spiega infine il vicepresidente Cammarata, “I dati mostrano che le disponibilità finanziarie delle aziende e delle famiglie italiane sono congelate. Se i cittadini accumulano per timore di nuove tasse, le imprese non investono perché non hanno fiducia nel futuro”.